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LA ‘LEZIONE’ DI GHERARDO COLOMBO CONQUISTA GLI STUDENTI

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HPIM1061.jpg1Giovedì, 18 marzo, alle ore 10,20 presso l’Auditorium del Liceo Scientifico, Gherardo Colombo, prestigioso ospite di “Testimoni del nostro tempo” ha incontrato studenti e insegnanti del Liceo Scientifico R. Canudo, del Ginnasio del Liceo Classico P. V. Marone ed una nutrita rappresentanza di classi quinte della scuola elementare e di classi di scuola media.

Ai più “piccoli” riservate le prime file, ai più grandi un vero e proprio “interrogatorio” sulle regole. Splendida l’interazione creata da Gherardo Colombo, “magistrale” nel coinvolgere un uditorio così vasto (gremito all’inverosimile) ed eterogeneo.

Il preside Giuseppe Distefano ha dato inizio all’incontro ringraziando il magistrato per aver accettato l’invito ed essere venuto da Milano fino a Gioia, quindi sono stati presentati alcuni elaborati video-grafici sul rispetto delle regole e della Costituzione delle classi I D e II B, preparati per l’occasione. Originali i video-scatti che hanno visto protagonisti gli stessi alunni, intenti ad “interpretare” “L’essere umano perfetto” ovvero – ironicamente – se stessi, nelle più esecrabili e scorrette performances scolastiche ed extrascolastiche, scatenando applausi ed ilarità, il tutto sotto l’egida dell’attenta regia del professor Pierluca Cetera, coadiuvato per l’occasione da Maurizio Di Feo.

HPIM1067Esperto anche nell’arte della maieutica Colombo, per la seconda volta ospite nell’auditorium dell’istituto, ha tenuto una vera e propria “lezione” sulla legalità e sul rispetto delle regole, portando gli studenti ad esprimere direttamente, anche se talvolta in forma “embrionale”, i propri concetti sul valore della libertà, del rispetto, dell’importanza delle regole, della stessa Costituzione.

Particolarmente coinvolgente il rimando a situazioni quotidiane e familiari per meglio esemplificare l’aderenza tra il concetto e la realtà. Le risposte non sono mancate, talvolta disarmanti nella loro semplicità.

“Le regole possono piacere o non piacere, ma se non ci fossero…” commenta rompendo il ghiaccio un undicenne della I F della Losapio. Sulla naturalità di talune regole, adottate senza percepirne l’obbligo, sul rispetto “dato e chiesto” anche ai fratellini minori, assume corpo e consistenza la prima regola della convivenza civile: “Non possiamo vivere senza regole”.

Interessante la riflessione di Serena Matarrese, studentessa del Classico, sul rispetto delle leggi “ingiuste”: “Quando una legge è sbagliata va rispettata lo stesso?”.

HPIM1059.jpg1“Sì, ma solo quando è giusto non applicarla, cioè se non può essere modificata ed interferisce con i diritti fondamentali della persona – risponde senza incertezze il magistrato – ma sempre assumendosi le proprie responsabilità.”.

Quanto mai calzante l’esempio delle leggi razziali non rispettate in Danimarca ed in Bulgaria, dove tutti indossarono la stella di David in segno di non osservanza delle stesse, e il riferimento al primo obiettore di coscienza che soggiornò nelle patrie galere fino a quando non fu approvata una legge che consentisse a chi non voleva “uccidere” per difendere la patria di non effettuare il servizio di leva, oggi per altro non più obbligatorio.

Particolarmente interessanti le riflessioni sull’istruzione che “rende liberi”, sulle condizioni sociali che dipendono dalla cultura di un popolo e sul contesto delle regole, influenzato dal modo di pensare della collettività.

“Le donne italiane hanno avuto diritto al voto nel 1946, in Nuova Zelanda potevano votare sin dal 1893. Viviamo in uno stato dove le regole fanno sì che una società sia organizzata per permetterci di scegliere di essere liberi. Non dimentichiamo che la nostra costituzione dà a tutti la possibilità di avere regole che ci rendono liberi, non si è più liberi nel momento in cui gli altri non rispettano le regole. La stessa giustizia non può funzionare se non comprendiamo il perché delle regole, se poi sono in conflitto con i nostri interessi, facilmente si finisce con l’infrangerle.”.

Il tempo è letteralmente volato, e solo “per rispetto delle regole” alcune classi sono letteralmente tornate di corsa alle rispettive scuole, pur desiderando restare fino alla fine dell’incontro, conclusosi tra sinceri e calorosissimi applausi.

 

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