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PRIME POLEMICHE SU PIAZZA LUCA D’ANDRANO

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piazza-dandrano-sindacoIl restauro della piazza e la restituzione alla città è inserito in un grande progetto che parte da Via Roma, passa per Piazza Luca D’Andrano e gli architetti che hanno vinto il concorso d’idee sperano possa proseguire con Piazza Kennendy, Via Dante e terminare con  Piazza Plebiscito, in un ideale continuum che possa fornire alla città posti vivibili e omogenei per linee e materiali.

L’idea principale che ha spinto gli architetti a realizzare il restauro così come oggi lo vediamo, ovvero con la rimozione dei marciapiedi, le stradine e il triangolo della piazza che non consentiva una ariosa fruizione degli spazi, è partito dalla considerazione che il monastero di San Francesco rappresenta per fondazione e simbolo il primo potere presente nella piazza e ne stabilisce il carattere.piazza-dandrano-interventi

Si è partiti quindi, sostiene l’architetto Lucia Ferroglio, dalla rimozione dei diversi piani e si è costruita una pavimentazione continua con pietra locale le cui linee principali partono dal monastero e si irradiano verso l’edificio scolastico della Scuola Elementare ‘Mazzini’.

La pavimentazione utilizza una pietra chiara intervallata a pietra di un tono leggermente più scuro col fine di evitare contrasti forti e realizzare una completa armonia cromatica nello spazio che sposa elementi della tradizione e luci e panche minimal di ispirazione moderne.

L’architetto Giacinto Donvito si è dichiarato orgoglioso di aver piazza-dandrano-vista-altolavorato alla realizzazione del progetto perché, partito da Gioia e da anni a Roma, ha sempre desiderato di contribuire con le sue conoscenze a migliorare la sua città.

Il sindaco Piero Longo con orgoglio ha riconosciuto che il lavoro, partito con altre amministrazioni, è stato portato avanti dalla sua, anche con l’aiuto dell’assessore Celiberti, già presente e coinvolto nel progetto con giunte diverse, peccato si sia dovuto ricorrere ad un altro mutuo per pagarne il restyling!.

Nel corso della serata la giornalista Patrizia Nettis ha intervistato i presenti. A fine incontro la splendida esibizione della Orchestra della Provincia, diretta dal maestro Federico Mondelci ha deliziato i presenti con l’esecuzione di brani di Ennio Morricone, Nicola Piovani, Duke Ellington e Roberto piazza-dandrano-bandaMolinelli.

La sua direzione, perlomeno insolita, essendosi posizionato di spalle agli orchestrali, ed un’esecuzione al sassofono tenore di rara maestria, hanno fatto piovere unanimi consensi e meritatissimi applausi, attestando una perfetta armonia e intesa tra maestro e musicisti, tutti talmente “in sintonia” da non aver necessità di esser diretti se non dalle note scaturite dal sax.

Dal punto di vista acustico il risultato è perfetto a ridosso di Palazzo San Francesco, discreto sul lato di Via Flora, decisamente evanescente man mano che ci si sposta verso Piazza Garibaldi.

Numerose le curiosità colte al volo tra i presenti. In molti si sono chiesti perché non siano stati utilizzati lampioni a led o con pannelli solari, come tecnologia e risparmio energetico consiglierebbero. Tra l’altro, voci di corridoio insinuano che quelli in uso siano particolarmente costosi. Anche sul loro posizionamento i pareri sono discordi: alcuni ne apprezzano le coordinate geometriche, altri ritengono siano di ostacolo all’accesso alla piazza (anche se area pedonale, l’utilizzo della stessa e il posizionamento di palchi e quant’alpiazza-l.-dandrano-ieritro non risulterebbe propriamente agevole).

Alcuni nostalgici ricordano con affetto gli ombrosi alberi, (le loro ultime foto, prima della “dipartita”, sono pubblicate su http://www.gioianet.it/politica/3055-prossima-linaugurazione-piazza-luca-dandrano-foto-.html), chiedendosi che fine abbiano fatto, altri ancora trovano poco gradevole il mix di colore e superficie del basolato (in parte liscio, in parte ruvido, di due tonalità diverse) commentando che poteva essere uniforme, perplessità anche sull’assenza di cestini (ma forse non si è fatto in tempo a posizionarli) e sulla fontana che già “perde acqua”, infine quasi unanime il dissenso sulle panchine, giudicate fredde, poco comode, con un allineamento spartano e decisamente ad effetto “obitorio”.

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