Archivio Gioianet

La Voce del Paese – Un Network di Idee

Cultura

ANITA PISCAZZI, POETESSA PASSIONALE E RAFFINATA!

15706_1233469091740_1679571

P5130256Giovedì, 13 maggio 2010, l’associazione culturale Spazio UnoTre, diretta da Mario Pugliese, ha ospitato la poesia di Anita Piscazzi, poetessa, musicista e docente di Lettere. Ad accompagnare ed impreziosire le sue letture, interludi musicali dati dalla delicatezza del suono del violino di Giuseppe Vitto, musicista giovane e di grande freschezza, e resa visibile dai bellissimi commenti grafici di Carlo Molinari, pittore ed artista digitale.

Camaleontico è il tuo cammino … Ritorni … E con lo sguardo accarezzi le nostre emozioni … Non mi lasci respirare … Sei furia … Camaleontico è il tuo vagare senza limiti … Trionfo di danze che ci riportano nel passato …”, con la lettura di questi versi Anita inizia il suo incontro.

Passionale ed estremamente raffinata, la poesia di Anita Piscazzi canta le sue rimembranze, canta il calore materno con una lirica dalle parole piene e dalla precisa consistenza, “Madre! Non hai bisogno di segni … Sei focolare … Il tuo abbraccio mi consola … Sei il sogno, l’acqua, gli occhi … Canterò il tuo dolore, le tue gioie …”. La sua è una poesia sanguigna quando canta l’amore che delle volte è delusoP5130259 – “È finito il tremore di te, sono salva! Ed oggi ho indosso un vestito nuovo” –, delle altre desiderato: “Ti voglio, perché mi liberi da questa gabbia … Ti voglio per curare l’angoscia di questi tempi … Ti voglio, perché ho perso i petali ed aprile è lontano …”. È un amore visto come elemento salvifico, come forza, come motore del tutto.

Quella di Anita è una femminilità preponderante, mitica restituita perfettamente dalle donne raffigurate dal bravissimo Carlo Molinari. La poetessa, inoltre, canta a gran voce la nostra Terra, il nostro Sud: “Canterò il tuo orgoglio ferito da un paese diviso …”, tema di grande e scottante attualità. C’è anche un rapporto simbiotico con la Natura, quasi tattile, fisico. Per quanto riguarda la scelta linguistica, interessante è il suo utilizzare continuamente il salentino e il siculo, entrambi influenzati per il loro percorso storico dalla cultura greca.

L’effetto è straniante, la musicalità intrinseca al verso acquisisce valore aggiunto, il ritmo è veloce ed incalzante. La cultura greca è al centro della sua ricerca poetica, costanti sono i riferimenti alla mitologia ed, infatti, la poetessa alla domanda di Giacomo Leronni sul perché abbia fatto questa scelta linguistica risponde: “Penso che il grP5130258eco sia molto poetico, penso che il salento sia la Terra della poesia […]”.

Scrivere per Anita Piscazzi è “un bisogno psichico, salvifico … È uno spirito, il deimòn greco, che deve venir fuori, perché se no è come una forza che, rimanendo all’interno, ti bussa in continuazione. Non puoi trattenerlo!”.

Inoltre, secondo la poetessa, “ […] la scrittura poetica è qualcosa che non si può insegnare, è qualcosa che si ha dentro. Si può solo coltivare con la lettura dei grandi classici e dei poeti a noi coevi”.

A concludere Giacomo Leronni che spiega lo scopo di questi incontri – “La poesia prima di essere interpretata, metabolizzata, deve essere ascoltata, ed è per questo che al centro dei nostri incontri c’è la lettura” – e parla della poesia di Anita Piscazzi come una poesia carica di fascinazione, suggestioni ed echi letterari.

Infine l’invito è per il prossimo giovedì con la lettura delle opere del gioiese Diego Ludovico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *