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UN “SORSO DI NOTTE POTABILE”, A SPAZIO UNOTRE-foto

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flaminia luciani a unotre“Per molto tempo sono andata a letto presto la sera”. Conclude così, Flaminia Cruciani, ospite di Spazio Unotre, nella serata di giovedì 25 ottobre, durante uno degli appuntamenti letterari organizzati da Fortunato Buttiglione – che ha condotto l’incontro –, con la collaborazione di Giacomo Leronni e Giorgio Gasparre.

Conclude, la sua prima pubblicazione ‘Sorso di notte potabile’, come Marcel Proust inizia la sua recherche. Ed è alla ricerca del tempo perduto il viaggio iniziatico condotto da Flaminia, la quale ci conduce, con grande delicatezza, ad indagare nei bassi fondi dell’anima. La notte è per lei il momento privilegiato, e in riguardo scrive nel suo ‘Inno alflaminia luciani librola notte’: “Ci sono rimasta incastrata, nella bellezza della notte […] la luce è una realtà univoca … l’esistenza si sporge sulla prua dell’ultima notte […]”.

Romana, classe 1971, archeologa e scrittrice, Flaminia è anche analogista, studiosa, cioè, del linguaggio non verbale che ancor di più indaga l’emotività umana. Del resto la sua ricerca poetica verte sulla scoperta del multiforme animo umano. S’interroga sulla nozione del tempo, e cita tutti gli autori che, soprattutto nel secolo scorso, sono stati affascinati dalla categoria del tempo: il filosofo Henri Bergson con quella concezione dinamica e in continuo divenire dell’esistenza; James Joyce con il suo monologo con se stesso che crea quel flusso di coscienza ininterrotto; e, primo fra tutti, Proust con quella riflessione sul tempo come durata interiore, nella quale la coscienza umana si evolve continuamente.

La memoria come possibilità di ricreare il tempo e riviverlo interiormente, come possibilità di recupero della dimensione più profonda dalla propria identità. La memoria come intuizione e slancio vitale. Ed in “Sorso di notte potabile”, l’autrice romana si mette a nudo, flaminia luciani pubblicolasciandosi trasportare dal ricordo di un evento traumatico della sua vicenda personale e intima. La morte del padre è resa da un racconto nel quale verità e finzione s’intersecano, confondendosi. L’autrice immagina. Immagina un dialogo con suo padre, ma che in realtà non è mai avvenuto.

Un racconto in cui il protagonista ha la possibilità di sperimentare l’abisso, di scendere giù nel profondo, per poi poter risalire, riuscire ad uscire, attraverso la sua fisarmonica. Perché la musica per Flaminia è capace di convertire la realtà; perché la musica, secondo Flaminia, è elemento costante flaminia luciani lettura librodella vita. A tal riguardo ricorda Nietzsche con una delle sue più celeberrime frasi: “La vita senza musica sarebbe un errore”. E aggiunge: “La musica è stata per me terapeutica, una compagna di viaggio. […] Sono fermamente convinta che la natura più intima della materia sia musicale. D’altronde le stesse cosmogonie antiche hanno tracciato questo percorso … La Genesi afferma che in principio era il verbo […]”.

Ed è così che l’autrice romana immagina che in un sobborgo di paradiso il padre prenda la sua fisarmonica e inizi a suonare. “Tu non invecchierai mai padre, rimarrai bello. Hai portato la bellezza con te, nell’eternità […]”. Canta anche l’amore, un amore estetizzante che non a caso nasce a Venezia. La bellezza è forza creatrice.

flaminia luciani mario pugliesePorta, inoltre, il numeroso pubblico nel suo oriente … in Siria, dove è stata ricercatrice, in quell’oriente che ha già nel nome un campo semantico molto vasto: “[…] In Oriente c’è una città tutta bianca … Nelle gallerie del Suq sono stata felice per me stessa, di una gioia senza condivisioni. Mi addormento su quella città e libero la mia fantasia”.

Legato alla sua attività di archeologa è il video, proiettato durante la serata: ‘Rapporti di scavo’. Attraverso le immagini de ‘Il tè nel deserto’ di Bernardo Bertolucci, ci si interroga sulla stessa esistenza che fa sì che la bravissima autrice si chieda e ci chieda: “SIAMO METEORE … DOPO L’INGANNO DEL TEMPO, COSA RESTA?”.

Ad accompagnare il tutto, giochi di colore dati dalla maestria di Mario Pugliese, al quale va un sentito ringraziamento per la sua generosità nei confronti dell’arte, in ogni sua forma, e dagli intermezzi musicali dei bravissimi Nicola Albano e Gianpaolo Mastropasqua.

Grazie a Fabio Guliersi per i suoi meravigliosi scatti, e per il suo contributo costante alla nostra redazione.

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