ARCI: ALL’INSEGNA DEL TRICOLORE E DI BANDIERA VIOLA
Il 17 marzo 2011 si è celebrata in tutt’Italia la festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Giornata memorabile titolano il giorno successivo tutti i quotidiani nazionali, una festa andata oltre ogni aspettativa. Condivisa in tutto lo stivale e con apprezzamenti sinceri per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha fortemente voluto queste celebrazioni. Apprezzate e condivise da tutti gli Italiani per la rispolverata alle nozioni storiche che rischiavano di essere dimenticate e cancellate nella nostra
memoria. Da tutti meno che dalla Lega Nord. Gli alleati di Berlusconi nel Governo pro-tempore che purtroppo ci governa.
Da tutti e in tutti i Comuni, compresa Gioia del Colle, governata da una maggioranza e da un sindaco che si richiama a Berlusconi e al suo Governo con dentro gli alleati leghisti. Anti italiani. Ma questi sono i paradossi della politica.
Come quello di anticipare i festeggiamenti unitari con discutibili convegni antiunitari sul Brigantaggio oppure l’altro paradosso di ignorare per un’intera giornata, l’unica in 150 anni e per i prossimi 50 almeno, il monumento a Giuseppe Garibaldi. Il vero eroe unitario che ha unito l’Italia che conosciamo e festeggiamo oggi. Non un tricolore, non una corona, non la pulizia delle aiuole.
Hanno colorato di tricolori tutta l’area del monumento, per fortuna, dei volontari che festeggiavano in Via Roma con un presidio l’Unità d’Italia. E fra loro “le ragazze e i ragazzi” dell’ARCI-circolo Lebowski di Gioia. I quali hanno concluso la serata di festeggiamenti unitari con la proiezione nel loro circolo del docu-film “Bandiera viola” del regista e giornalista Claudio Lazzaro. Un film che ha concluso la breve rassegna del cineforum che nei giorni precedenti ha riproposto anche gli altri due documentari del coraggioso regista e cioè Camicie verdi e Nazirock.
Il primo è un film verità sul fenomeno Lega visto dall’interno dell’organizzazione politica più rappresentativa delle vocazioni separatiste presenti oggi in Italia e che per un altro dei paradossi della politica giura fedeltà alla Costituzione per governare insieme a Berlusconi una Nazione che separatista non è.
Il secondo è la documentazione di un’incursione cinematografica nel ristretto e pericolosissimo mondo dei gruppi ex-extraparlamentari della destra estrema, Forza Nuova, ora alleata di Berlusconi per mezzo di collegamenti alle liste Mussolini e Destra di Pino Rauti. Per questo secondo documentario Claudio Lazzaro ha ricevuto minacce e querele perchè ha mostrato il vero volto di queste frange estreme che cantano l’inno italiano in chiave rock con il braccio teso nel saluto fascista e aizzando il pubblico ad usare violenza contro la polizia che, è bene non dimenticarlo, è guidata nel governo dal min
istro leghista Maroni, separatista ma alleato nel governo a quelle forze nazionaliste che istigano alla violenza e negano il genocidio degli ebrei ad opera di Hitler. Paradossi della politica dicevo. E per paradosso la proiezione di Bandiera viola è avvenuta proprio il giorno in cui si festeggia l’Unità d’Italia.
Un documentario che narra le fasi dapprima disordinate ma poi sempre più puntuali dell’organizzazione via internet di una manifestazione spontanea di gente che non si conosce se non attraverso nickname e pseudonimi anonimi che viaggiano in rete. Una società civile che si sfoga, si interroga, cerca risposte, protesta nell’anonimato per gruppi ristretti nella rete delle reti, trasversale a tutta l’Italia.
Come i nostri eroi risorgimentali, quelli che seguivano i vari Garibaldi, Mazzini, Bixio, ma anche altri meno noti che venivano iniziati nella Carboneria, società segrete che pur condividendo ideali e aspirazioni al Diritto, alla Libertà, al rispetto della Persona Umana, non avevano possibilità (perchè società segrete) di incontrarsi.
Ed ognuno di loro combatteva la sua piccola battaglia contro l’usurpatore, ma poi con la cavalcata liberatoria e invincibile di “Peppino” Garibaldi, con le varie città e le regioni liberate si sono incontrate e, insieme, hanno vinto la guerra, perchè più numerosi certo, ma anche per la forza che giovani menti aggiungono agli ideali di Libertà.
Il popolo viola ha ricreato quelle condizioni e utilizzando le nuove tecnologie, senza colpo ferire, si è dato appuntamento il 5 dicembre del Paese.
Per rendere davvero onore a chi è morto per la nostra libertà.
Il film Bandiera viola è la cronaca di questa esaltante giornata in cui si sono incontrati, dai 300.000 previsti (tanti erano gli anonimi in rete che dialogavano tra loro) ben oltre il milione e mezzo di cittadini di tutt’Italia. E per un giorno, solo per un giorno, come per i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia, anche loro sono riusciti ad unire gli italiani. Paradossi della politica: si vince anche senza appartenenza partitica. Con la fantasia, l’ingegno, la creatività, la poesia, il teatro, il cinema, la cultura,
Unendoci, questo il messaggio di Bandiera Viola, potremo restituirla.
Viva l’Italia.