SPAZIO UNOTRE, “L’UOMO E IL MARE”, INTERESSANTE MOSTRA
“Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro”. In questi termini si esprime Charles Baudelaire sulla profondità del mare, luogo che ha in sé fascino e mistero. È il luogo nel quale meglio l’uomo sa esprimere il suo stato simbiotico con la natura, riportando alla mente quello stadio primordiale di cui incessantemente si ha malinconia. Ed è al mare che è dedicata la mostra ‘L’uomo e il mare’, inaugurata sabato 2 aprile, nella ormai nota location di Spazio Unotre, sita in Via Barba 13, nei pressi del nostro centro storico.
La mostra è a firma di Graziano Milano, fondatore e presidente della fortunata associazione di Officine Fotografiche di Gioia del Colle, ed Emanuele Savasta, collaboratore indispensabile della stessa associazione.
Entrambi hanno deciso di portare a compimento un progetto la cui idea risale all’inverno scorso percorrendo le coste pugliesi. Il viaggio parte da Taranto, passa alla costa adriatica percorrendo Monopoli, Polignano e Mola, e giunge a Bari per poi, infine, arrivare alla zona di Molfetta, Bisceglie, Barletta.
Un viaggio tra i colori, gli odori e i suoni del nostro sud, tra i quali si riesce a scorgere, dalla forza delle immagini, il magico fruscio delle onde, così simile per certi versi al temperamento altalenante del genere umano.
Tre sono le aree tematiche percorse dagli autori dell’esposizione, alle quali corrispondono i pensieri in versi dediti alla descrizione di quel rapporto così intimo e particolare. La prima area tematica narra del binomio uomo-mare descritto mirabilmente dalle parole dello scrittore statunitense Ernest Hemingway: “Il vecchio era magro e scarno/ e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del/ cancro della pelle provocato dai/ riflessi del sole sul mare/ tropicale e le mani avevano/ cicatrici profonde,/ che gli erano venute/ trattenendo con le lenze i pesci/ pesanti”.
Proseguendo il nostro viaggio tra le immagini, passiamo all’area tematica che ritrae il lavoro e il pescato. Non è un caso l’aver scelto come cornici le cassette di legno contenenti il pesce fresco, orgoglio di chi pratica quell’antica attività con dedizione e pazienza.
La terza area, infine, riguarda il relativo uso e abuso del mare, dove per l’uso s’intendono le reti, le barche, i mezzi con i quali si pratica l’attività della pesca; e per abuso s’intende la smania di progresso connaturata all’uomo e che ha causato danni irreversibili.
In proposito bellissime le parole di Joseph Conrad: “Il mare non è mai stato/ amico dell’uomo./ Tutt’al più è stato/ complice della sua/ irrequietezza”.
Una mostra, che attraverso il connubio di immagini e parole, prende per mano l’osservatore portandolo nei vari ambiti analizzati. Una mostra che risulta essere, come lo stesso tema, dal fascino sfaccettato, e che resterà aperta al pubblico fino a lunedì 2 maggio.